1994 - Ricordi di un'infanzia alla comune - Centro Culturale Jacopo Lombardini


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1994 - Ricordi di un'infanzia alla comune

Oggi ho quasi 23 anni e i miei ricordi sulla vita alla comune sono molto sbiaditi, anche se li custodisco con grande amore. L'esperienza di vita comunitaria comincia appena nato e termina 15 anni dopo, passo alla comune infanzia e mezza adolescenza Molti mi chiedono che differenza c'è tra un'infanzia in famiglia e una in una comune, io non so rispondere dato che ne ho sperimentata una sola ovvero quella comunarda che per chiunque è quella che esce dai confini della normalità’ mentre per quanto mi riguarda è stata la normalità, anche se, bene o male, ero cosciente della mia situazione diversa da quella di tutti i miei coetanei.

Molti hanno sperimentato la vita comunitaria ad Agape e si sono creati un'idea di cosa significhi vivere in una comune; Agape è però un'oasi dove si vivono solo alcuni giorni, pur sempre indimenticabili, di vita comunitaria; alla fine di ogni periodo agapino ognuno se ne torna al proprio ovile e prosegue la vita di tutti i giorni. Vivere 365 giorni, o poco meno, all'anno in una comune è ovviamente diverso da un campo ad Agape, i rapporti tra le persone in una esperienza comunitaria, così fitta e continua, si fanno più profondi, più autentici ma anche più problematici per il continuo confrontarsi e relazionarsi gli unì con gli altri.

Vivere alla comune è stato nello stesso tempo assolutamente normale e affascinante, aver avuto la possibilità di convivere con più "genitori" , con più fratellì e sorelle è stato unico e irripetibile, ha però mortificato il rapporto con i miei genitori che si è sviluppato in maniera decisa solo dopo aver lasciato il 62/B di via Montegrappa Negli anni passati alla comune ho vissuto molte gioie come l'arrivo di un bebè, ho conosciuto gente che veniva a vivere con noi o solo di passaggio, ho visto formarsi coppie che hanno poi portato nuovi giovanissimi membri, ho vissuto anche tristi partenze, credo di aver ricevuto moltissimo da questa esperienza comunitaria e ringrazio Paolo e Marcella di aver scelto di vivere in una comune.

Certamente per una persona adulta scegliere una strada del genere è molto difficile e impegnativo, occorrono delle motivazioni fortissime se si vuole portare avanti un progetto comune. Se da una parte sono entusiasta di portare avanti un progetto simile ad una comune o cooperativa, con persone che stimo moltissimo con cui ho legami molto forti, dall'altra parte prevale uno scetticismo su tutto ciò, penso che sia solo un qualcosa di irraggìungibile, utopico, che le motivazioni di base non siano tali da far scattare determinate molle; voglio comunque provare a dare il mio massimo contributo, spero anche voi ...

Nicola

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