1989 – storia di Simon

A causa delle violenze e delle ingiustizie che ho patito insieme ai miei compagni studenti, ho dovuto abbandonare il mio Paese.
Con l’aiuto di un’organizzazione cristiana, sono potuto entrare in Italia con un visto turistico e sono arrivato all’aeroporto di Roma il 12 ottobre. ’89 dove ho passato cinque giorni. Poi sono arrivato a Milano e ho dormito alla stazione centrale. Il giorno dopo mi sono recato a Mani Tese, che aveva ricevuto una raccomandazione per darmi assistenza. La signora Sironi, dopo un primo aiuto mi ha indirizzato al Centro Stranieri e tramite la signora Macchi sono venuto in contatto con il past. Valdo Benecchi che, a sua volta mi ha affidato a Ronald Scooler, che lavora in collaborazione con la chiesa metodista di via Porro Lambertenghi. Ronald mi ha ospitato all’ostello della gioventù poi a casa sua. Tramite queste persone sono finalmente venuto in contatto con il Centro Lombardini il 29 ottobre. Prima di tutto ho parlato con Daniele di cui ricorderò sempre la comprensione, poi ho conosciuto Marco che mi ha spiegato un po’ il posto in cui ero capitato e poi Mimmo, molto simpatico che mi ha aiutato in molti contatti con italiani e stranieri.

Di tutte le altre persone che vivono al Lombardini conservo un ricordo bello, piccolo o grande che sia e spero vivamente che un giorno Dio mi conceda la possibilità di testimoniare la mia riconoscenza e il mio affetto per il servizio che svolgono. Li voglio nominare:
- Manfredo, Suzanne e Clelia, sempre gentili e premurosi con me;
- Michele che ogni tanto mi ospita a vedere la televisione e che mi ha offerto la sua giacca adesso che fa freddo;
- Roberta, che mi ha dato la maggiore ricchezza da quando sono in Italia, perché con il suo aiuto ho potuto iniziare un corso per imparare l’italiano;
- Maurizio, che una domenica mi ha portato in chiesa a Milano, perché avevo voglia di andare a pregare ma non avevo i soldi per l’autobus:
- Gianni che mi ha messo in contatto con un mio cugino che studia scienze economiche all’università di Tolosa;
- Davide con il quale faccio un po’ di conversazione in inglese per capire le frasi italiane che mi risultano difficili;
- Vittorio e Pina con i quali non ho avuto molti contatti, ma che pure mi sembrano molto gentili.

Al Lombardini ho conosciuto anche Faruk, che ha problemi simili ai miei e con il quale sono diventato buon amico.
In conclusione mi sento molto a mio agio presso questo Centro perché mi sento accettato da persone che non mi conoscevano per niente, e mi piace poter condividere la stessa casa, il cibo e molte altre cose.
Spero infine di riuscire ad integrarmi in una università italiana per completare gli studi che sono risultati impossibili nello Zaire, e di poter vivere un giorno libero e indipendente, come capita alle persone ‘normali’.

Simon

Tratto dalla relazione annua 1989