1988 – Aumenta la popolazione giovanile a rischio

Da due anni è in atto l’esperimento di una unica classe con allievi giovani e adulti. Questa decisione era scaturita da un certo calo numerico e dalla difficoltà di ‘tenere’ i giovani per due anni di seguito. Come era prevedibile, la cosa funziona quando i sedicenni sono pochi e il ‘nucleo’ portante della classe è composto da adulti: così è successo in questo 1988, con poche perdite rispetto agli iscritti e 18 allievi presentati e promossi agli esami.

A ottobre ’88 si sono iscritti 27 allievi: la metà di loro è sotto i 18 anni, 7 disoccupati, 2 fanno lavori di pulizia, 6 lavorano in negozi o presso artigiani,, 2 sono casalinghe e 10 operai o lavoratori edili. A fine dicembre, dopo 3 mesi assai difficili, frequenta la scuola una ventina di persone.

Si verifica anche al Lombardini un fenomeno tipico di questi ultimi anni, registrato anche nei corsi delle 150 ore: l’iscrizione ai corsi serali di consistenti fasce di giovanissimi, espulsi dal sistema formativo normale, con un paio di bocciature alle spalle, nessuna o quasi esperienza lavorativa e spesso poche motivazioni personali. Non c’è dubbio che questa presenza mette seriamente in questione l’esperienza delle 150 ore e di una scuola come la nostra come esperienza di formazione permanente degli adulti e accentua le caratteristiche di canale di ‘recupero’ di questi corsi, di correttivo alla pesante selezione in atto nella scuola dell’obbligo.

Peraltro sulla questione giovanile, va segnalato che il nostro quartiere è quello che, nella città, presenta la più alta quota di popolazione giovanile cosiddetta ‘a rischio’. L’amministrazione comunale sta cercando di lavorare con gli organismi sociali presenti nel quartiere, fra cui il Lombardini, per organizzare una effettiva prevenzione dei rischi connessi con il ‘disagio’ giovanile e per realizzare, in alcuni casi, una formazione professionale e un inserimento lavorativo.


Tratto dalla relazione annua 1988